Indagini multispettrali
Le tecniche di imaging multispettrale sono tecniche di indagine non invasiva che consistono nell’analizzare un’opera impiegando diverse lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico: visibile, infrarosso e ultravioletto. Come noto, infatti, le radiazioni interagiscono con la natura fisica dell’opera, che le assorbe, trasmette e riflette. L’analisi della porzione riflessa fornisce informazioni preziose non limitate all’ambito della diagnostica, ma molto utili anche per lo studio delle tecniche artistiche.
La luce, quindi la porzione dello spettro elettromagnetico percepibile dall’occhio umano, è compresa nell’intervallo di lunghezze d’onda che va dai 400 ai 700 nanometri circa. I raggi infrarossi hanno una lunghezza d’onda che va dai 700 nanometri fino a 1 mm, sebbene per le tecniche di imaging si impieghi una banda molto più ristretta di IR, il cosiddetto NIR (Near InfraRed). Nello specifico, per la fotografia infrarossa le acquisizioni vengono fatte utilizzando l’intervallo che va dai 700 fino ai 980 nanometri. Altri strumenti – dai più antichi quali l’Hamamatsu ai moderni scanner – che usano tubi Vidicon o sensori InGaAs, permettono di raggiungere fino a 2200 nanometri, penetrando quindi maggiormente nella materia pittorica. In questi casi si parla più propriamente di riflettografia a infrarossi.
L'affresco del salone al primo piano nobile, oggi sede della biblioteca del DAFIST (Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia), ospita al centro della grande volta l’affresco, tradizionalmente attribuito a Domenico Piola, raffigurante la Fortezza che trionfa sui vizi. L'opera è stata oggetto di una campagna diagnostica multispettrale VIS e IR, da cui si è poi ricavato il FCIR. Le immagini in luce visibile, ad alta risoluzione sono poi state impiegate per condurre sperimentazioni di restauro virtuale, versando l'affresco in condizioni conservative estremamente precarie.